
Orario
(Domenica) 21:00
Dettagli evento
Ingresso libero con prenotazione fino ad esaurimento posti RISERVA QUI IL TUO POSTO Federico Santi direttore Maria Tomassi soprano José Cura tenore Orchestra Sinfonica Siciliana Pietro Mascagni Cavalleria rusticana Preludio
Dettagli evento
Ingresso libero con prenotazione fino ad esaurimento posti
Federico Santi direttore
Maria Tomassi soprano
José Cura tenore
Orchestra Sinfonica Siciliana
Pietro Mascagni
Cavalleria rusticana
Preludio e Siciliana
“Voi lo sapete, o mamma”
Ruggero Leoncavallo
Pagliacci
Prologo “Si può? Si può?”
“Qual fiamma avea nel guardo”
Intermezzo
“Recitar… Vesti la giubba”
Vincenzo Bellini
Norma
Sinfonia
Vincenzo Bellini
Norma
“Va, crudele, al dio spietato”
Il Pirata
“Col sorriso d’innocenza”
Giacomo Puccini
Manon Lescaut
Intermezzo
“Tu, tu, amore? Tu?”
Giuseppe Verdi
La forza del destino Ouverture
Otello
“Dio! mi potevi scagliare”
In collaborazione con Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana
Ingresso libero con prenotazione fino ad esaurimento posti
Note di sala
Il Preludio della Cavalleria Rusticana (Roma, Teatro Costanzi, 17 maggio 1890) si segnala per una struttura formale piuttosto ardita con la celeberrima Siciliana, incastonata al suo interno e cantata a sipario chiuso da Turiddu. Nella romanza, Voi lo sapete, o mamma, Santuzza racconta il forte sentimento d’amore che la lega a Turiddu, ma anche il tradimento di quest’ultimo con la sua ex-fidanzata Lola.
Nel Prologo dei Pagliacci (Milano, Teatro Dal Verme, 21 maggio 1892) Leoncavallo espresse la sua poetica, basata sulla volontà di mettere in scena i sentimenti, che presiedono e determinano i comportamenti degli uomini. Nella romanza Qual fiamma avea nel guardo, Nedda appare turbata dalle parole del marito, che aveva, poco prima minacciato di vendicarsi in caso di tradimento, quando il canto e il volo degli uccelli, evocati onomatopeicamente dall’ottavino, dal flauto e dall’arpa, le suggeriscono la ballatella, Stridon lassù, nella quale afferma che anche gli uccelli del cielo sono irrequieti, come gli uomini, perché alla ricerca di qualcosa che sfugge loro. Realtà e finzione scenica sono i motivi caratterizzanti l’Intermezzo, mentre nella famosa romanza Vesti la giubba, Canio, identificandosi con il personaggio che dovrà interpretare sulla scena, manifesta tutto il suo dolore.
La splendida Sinfonia della Norma (Milano, La Scala, 26 dicembre 1831) di Bellini introduce il clima drammatico sin dal celeberrimo incipit costituito da perentori accordi in sol minore intercalati da pause. Nel duetto (Va, crudele) del primo atto tra Adalgisa e Pollione, la donna, giovane ministra al tempio di Irminsul, cerca di allontanare il proconsole che prima prorompe in uno scatto d’ira e dopo cerca di convincere la vergine, sempre più lacerata nel suo animo, a seguirlo a Roma.
Terza opera di Bellini, Il Pirata (Milano, La Scala, 27 ottobre 1827) trova nell’aria Col sorriso d’innocenza, tratta dalla famosissima scena della pazzia di Imogene, una delle sue pagine più celebri.
Collocato all’inizio del terzo atto, il celebre Intermezzo, tratto dalla Manon (Torino, Teatro Regio 1° febbraio 1893) di Puccini, anticipa il triste destino dei due amanti e la morte della protagonista. Dal punto di vista formale è aperto da un’introduzione basata su due Leitmotiv, rispettivamente quello del legame e quello del destino a cui segue un Andante calmo, caratterizzato da un tema di bruciante passione. Una bruciante passione informa anche il duetto (Tu, tu, amore?) del secondo atto tra Manon e Des Grieux interrotto dal repentino arrivo di Geronte.
Composta da Verdi in sostituzione dell’originario preludio per la prima italiana de La forza del destino (Milano, La Scala, 27 febbraio 1869), la sinfonia, aperta dalle tre ottave esposte dai fiati, è la classica ouverture-potpourri in quanto presenta alcuni dei temi principali dell’opera.
Nel terzo atto dell’Otello (Milano, La Scala, 5 febbraio 1887), l’eponimo protagonista, rimasto solo e in preda ai fantasmi della sua gelosia, si produce in uno degli a soli più lunghi e commoventi del teatro musicale, Dio! mi potevi scagliar.
Riccardo Viagrande
Federico Santi
Direttore
Nato a Torino dove studia composizione, direzione d’orchestra, pianoforte e musica da camera, si afferma a livello internazionale nel 2008 con la vittoria del Primo Premio e il Premio Speciale dell’Opera di Nizza al 4° Concorso Internazionale per direttori di Orvieto.
Questo primo grande successo lo porta al Concertgebouw di Amsterdam, al Teatro Bunkakaican di Tokyo e all’Opera Bellas Artes di Città del Messico.
Allo stesso tempo, inizia una lunga collaborazione con il Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, dirigendo un vasto repertorio tra cui Lucia di Lammermoor, Lucrezia Borgia, Anna Bolena, La favorita, Linda di Chamounix, Gemma di Vergy, La sonnambula, Il Pirata, Beatrice di Tenda così come I Capuleti e i Montecchi nell’ambito del prestigioso Festival “Stars of the White Nights”.
Federico Santi ha più di 50 opere nel suo repertorio. Ha collaborato con il Teatro Comunale di Bologna, l’Opera di Rouen, l’Opera di Montpellier, l’Opéra Grand Avignon, l’Opéra Royal de Wallonie de Liège, il Forest National di Bruxelles, il Festival di Alden Biesen, il Teatro del Bicentenario di León in Messico, l’Ente Luglio Musicale Trapanese, l’Ente Concerti Marialisa de Carolis di Sassari, il Festival di Alessandria, l’Opera Nazionale di Timisoara, il Teatro Stanislavsky e Nemirovich-Danchenko di Mosca.
Si dedica inoltre allo studio e all’approfondimento di un vasto repertorio sinfonico, dirigendo numerosi concerti lirici e sinfonici, da Haydn ad autori contemporanei, con particolare attenzione al romanticismo e al post-romanticismo tedesco, russo e francese.
Maria Tomassi
Soprano
Dopo essersi diplomata al Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila col massimo dei voti, si perfeziona all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma con il soprano Renata Scotto. Vince numerosi concorsi Internazionali in Italia e all’estero.
Nel 2006 si aggiudica il “Concorso Internazionale Toti dal Monte” e debutta al Teatro Comunale di Treviso nel ruolo di Alice nel Falstaff di Verdi, con la direzione di Corrado Rovaris e la regia di Antonio Calenda.
Da allora debutta in numerosi ruoli in Italia e all’estero. Ha interpretato Tosca di Puccini al Teatro Antico di Taormina e Manon Lescaut all’Arts Center di Seoul ed è un’apprezzatissima Mimì nella Bohème di Puccini al Teatro delle Muse di Ancona, al Teatro del Giglio di Lucca e al Teatro Politeama di Lecce.
Raffinata interprete mozartiana, è Fiordiligi nel circuito ASLICO di Como, Donna Elvira al Teatro Olimpico di Roma, Donna Anna nel Don Giovanni, Contessa nelle Nozze di Figaro all’Art Center di Seoul, Suor Angelica di Puccini al Teatro Marrucino di Chieti, una lodevole Violetta nella Traviata di Verdi al Teatro Coccia di Novara, Odabella in Attila a Udine e un’appassionata Tosca al Teatro Antico di Taormina e al Teatro Greco di Siracusa.
Si esibisce in rinomati festival quali: Palazzetto Bru Zane di Venezia, Felix Mendelssohn Music Day di Cracovia, Busta Festival di Beiruth, Festival di Musica Sacra di Cortona, Ravenna Festival, Palazzo delle Esposizioni e all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Ha inoltre cantato alla presenza di Sua Santità Benedetto XVI in diretta mondiale dalla Basilica di San Paolo di Roma.
José Cura
Tenore
Dopo aver studiato composizione e direzione d’orchestra nella sua città natale, Rosario, José Cura si trasferisce a Buenos Aires nel 1984 per arricchire le sue esperienze musicali. Per approfondire le conoscenze sulla vita teatrale, lavora in uno dei cori professionali del Teatro Colón, dal 1984 al 1988, sviluppando la sua voce nel caratteristico timbro di tenore, con sfumature di baritono scuro, che negli anni lo porta alla fama internazionale.
Nel 1999, riprende la sua carriera di direttore, con orchestre come la London Philharmonia, la London Symphony Orchestra, l’Orchestra Filarmonica di Vienna, la Sinfonia Varsovia, l’Orchestra Arturo Toscanini, la Hungarian Philharmonic, eseguendo un repertorio lirico e sinfonico.
Il 2014 segna il ritorno di José Cura alla sua attività di compositore: a novembre, la South Bohemian Opera presenta in prima assoluta il suo Stabat Mater, scritto nel 1989. A Pasqua 2015, dopo il suo ritorno come Don José al Teatro alla Scala, esegue in Prima Mondiale al Teatro Massimo Bellini di Catania il Magnificat.
Dal 2015 al 2018, José Cura è Artista Residente dell’Orchestra Sinfonica di Praga. Nell’ambito dei suoi impegni con l’ensemble ceco, dirige la prima del suo Trittico Ecce Homo. Nel febbraio 2019, José Cura diventa il primo Artista ospite principale – cantante, compositore e direttore d’orchestra – nella storia della radio ungherese.
Il suo Te Deum è presentato con enorme successo in prima assoluta con la Philharmonia Orchestra di Londra nel settembre 2021, nel corso del Festival Enescu a Bucarest; il suo Concierto para un Resurgir per chitarra e orchestra, è eseguito a Saarbrücken, insieme alla Suite sinfonica.
Il suo Requiem æternam per triplo coro, solisti e orchestra, esordisce in prima assoluta a Budapest nel 2022, con i gruppi artistici MTVA e il coro nazionale ungherese.
Nel 2015, viene insignito dal Senato argentino del “Premio Domingo Faustino Sarmiento” per i successi nel campo dell’istruzione e della cultura.
Dal 2017 è Professore Honoris Causa dell’Università Nazionale di Rosario, dove effettuò gli studi di compositore nel decennio del 1980.