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08set21:00Inaugurazione / Gala lirico-sinfonicoL. Catalanotto direttore / C. Sala soprano / I. Hotea tenore / J. M. Lo Monaco mezzosoprano / Orchestra del Teatro Massimo BelliniCatania, Teatro Massimo Bellini, Piazza Vincenzo Bellini21:00

Dettagli evento

In memoria del Maestro Domenico De Meo (1928-2022)

Leonardo Catalanotto direttore
Caterina Sala soprano
José Maria Lo Monaco mezzosoprano
Ioan Hotea tenore

Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania

Vincenzo Bellini
Il Pirata
Sinfonia
“Nel furor delle tempeste”

La sonnambula
“Ah! non credea mirarti … Ah! non giunge”

Norma
“Sgombra è la sacra selva”

Giovanni Pacini
Il falegname di Livonia
Sinfonia

Vincenzo Bellini

La sonnambula
“Son geloso del zefiro errante”

I Capuleti e i Montecchi
“Deh, tu bell’anima”
“O tu, mia sola speme … Ah! crudel! che mai facesti?”
Sinfonia

La sonnambula
“Tutto è sciolto”

Adelson e Salvini
“Dopo l’oscuro nembo”

Sinfonia in Mi bemolle maggiore

Beatrice di Tenda
Sinfonia

I Puritani
“Vieni fra queste braccia”

In collaborazione con Teatro Massimo Bellini di Catania


 

Fabrizio Maria Carminati

Direttore

Diplomato in pianoforte sotto la guida di Carlo Pestalozza, ha proseguito gli studi di composizione con Vittorio Fellegara. Successivamente consegue il diploma di direzione d’orchestra a pieni voti. Esordisce con La bohème nel 1993 al Teatro Regio di Torino, dove dirige 11 titoli d’opera e una svariata serie di concerti sinfonici.

Dal 2001 al 2006 viene nominato, per indicazione ministeriale, membro del C.d.A. della Fondazione torinese. Dal 2000 al 2004 è direttore artistico del Teatro Donizetti di Bergamo e dal 2004 al 2007 della Fondazione Arena di Verona; nel 2008 e fino al 2015 diviene primo direttore ospite dell’Opéra di Marsiglia.

Nel 2018 la Fondazione Teatro Verdi di Trieste gli riconosce il ruolo di primo direttore ospite, che ancora oggi ricopre. Dal 2020 è direttore artistico del Teatro Massimo Bellini di Catania.

Regolarmente invitato a dirigere nelle maggiori istituzioni teatrali italiane e internazionali, ha all’attivo più di 65 titoli d’opera che lo rendono acclamato interprete di un vasto repertorio, dal belcanto italiano fino al ‘900, come Madama Butterfly e Tosca all’Opera di Roma, Maria Stuarda, L’elisir d’amore, L’amico Fritz, La sonnambula alla Fenice di Venezia, Il campanello, Carmen, Il barbiere di Siviglia, Lucia di Lammermoor, La traviata, L’elisir d’amore al Maggio Musicale Fiorentino. Tra le numerose incisioni discografiche, si ricordano Maria Stuarda (con il Teatro La Fenice di Venezia e il Donizetti di Bergamo), Il telefono, Il campanello, Le convenienze e inconvenienze teatrali, I pazzi per progetto, Fedora, Il pirata (con il Teatro Massimo Bellini di Catania).

 

Caterina Sala

Soprano

Nata a Lecco, la sua esperienza musicale inizia all’età di otto anni con lo studio della tromba sotto la guida di Sommerhalder e, contemporaneamente, si avvia alla carriera di cantante nel “Gruppo Vocale Famiglia Sala”, composto dai sette membri della sua famiglia.

Nel 2018 vince il concorso AsLiCo nella Categoria Emergenti e il Premio del Pubblico. È selezionata per frequentare nell’anno 2019-2020 l’Accademia di alto perfezionamento per cantanti lirici del Teatro alla Scala di Milano. Nel novembre 2019 debutta sul palco del Teatro alla Scala di Milano nel ruolo di Hermione nell’opera Die Agyptische Helena di Richard Strauss.

Nel 2020 si esibisce nel concerto di riapertura “Nuove voci alla Scala” al Teatro alla Scala e vince il Primo Premio al Concorso Lirico Internazionale di Portofino. Debutta inoltre nel ruolo di Barbarina ne Le nozze di Figaro di W. A. ​​Mozart e al Teatro Gaetano Donizetti di Bergamo è Adina ne L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti.

Nella stagione 2021/22, torna al Teatro alla Scala di Milano, prendendo parte a Thaïs di Jules Massenet nel ruolo di Crobyle, Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea nella parte di Mad.llaJouvenot e in Ariadne auf Naxos di Richard Strauss è Najade.

Tra I suoi prossimi impegni: Lucia di Lammermoor di Donizetti a Bergamo, Il flauto magico di Mozart a Trieste, Rigoletto di Verdi a Palermo.

 

Ioan Hotea

Tenore

Tenore lirico rumeno, vincitore del Concorso Operalia 2015 di Londra, premiato con il Primo Premio nelle categorie Opera e Zarzuela, si è esibito sui palcoscenici più prestigiosi, tra cui: Royal Opera House, Vienna State Opera, Bavarian State Opera, Zürich Opera, Paris Opera, Opera de Monte-Carlo, Choregies d’Orange, Deutsche Oper Berlin, Hamburg State Opera.

Nato nel 1990 a Baia-Mare e laureato all’Università Nazionale di Musica di Bucarest nel 2012, debutta per la prima volta nella sua carriera internazionale in Amelia al ballo di Gian Carlo Menotti all’Opéra de Monte-Carlo – nuova produzione di Jean-Louis Grinda –  musicalmente diretto da Placido Domingo. Il successivo importante debutto avviene poco dopo all’Opèra de Paris nel Tebaldo da Capuleti e Montecchi di Vincenzo Bellini.

L’inizio della stagione 2021/22 vede Hotea per la prima volta al George Enescu Festival nell’esecuzione della Grande Messa in do minore di W.A.Mozart, all’Ateneul Roman di Bucarest, insieme alla London Mozart Players Orchestra, diretta da Nicolae Moldoveanu.

Torna poi all’Opera di Amburgo per un nuovo importante debutto nel ruolo di Edgardo in Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti. Nella stessa stagione interpreta Edgardo anche alla Deutsche Oper Berlin e alla Deutsche Oper am Reno di Düsseldorf. Si esibisce poi all’Opera di Amburgo nel ruolo de Il conte d’Almaviva ne Il barbiere di Siviglia.

Interpreta il ruolo del giovane Werther nell’opera omonima, composta da Jules Massenet, ispirata al romanzo I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang von Goethe.

Debutta alla Semperoper Dresden in Così fan tutte di W.A.Mozart, con la direzione musicale di Omer Meir Wellber e la regia di Andreas Kriegenburg.

Hotea inizia la stagione 2022/23 al Grand Théâtre de Genève interpretando il ruolo del Principe Léopold da La Juive di Jacques Fromental Halévy, segnando così un doppio debutto nel ruolo e nel teatro. 

Si è poi esibito in Don Pasquale al Teatro Massimo di Palermo, Rigoletto ad Amburgo e al Teatro dell’Opera di Roma. I suoi prossimi impegni sono a Palermo con I Capuleti e i Montecchi, a Berlino e ad Amburgo in Lucia di Lammermoor.

 

José Maria Lo Monaco

Mezzosoprano

Mezzosoprano catanese, si diploma in pianoforte all’Istituto Musicale “V.Bellini” di Catania con Gabriella Cosentino ed in canto lirico a Milano seguita da Bianca Maria Casoni. Debutta nel 2005 al Rossini Opera Festival come Melibea ne Il Viaggio a Reims ed al Teatro alla Scala con Petite Messe Solennelle e Dido and Aeneas diretta da C.Hogwood, ritorna al ROF per  Italiana in Algeri, La Scala di Seta e La Gazzetta ed al Teatro alla Scala in varie produzioni tra cui citiamo il debutto di Isolier ne Le Comte Ory accanto a Juan Diego Florez diretta da D.Renzetti, e le produzioni di La donna del Lago, Oberto Conte di San Bonifacio, Andrea Chenier. Viene scelta dal Maestro Muti per interpretare Timante nel Demofoonte di Jommelli debuttando così a Opéra Garnier, Festival di Salisburgo e Ravenna Festival. Debutta nel ruolo di Carmen a Lione con la regia di Olivier Py, riconosciuta “Production of the Year” in Francia e nel 2017 canta Carmen anche alla Sydney Opera House. È  invitata a esibirsi in teatri prestigiosi quali La Scala, Madrid, Liceu, Theatre des Champs-Elysées, Montecarlo, Londra, Losanna, Fenice, Torino, Roma, Pechino, Vienna per citarne solo alcuni. Interpreta Cenerentola per la riapertura del Petruzzelli diretta da E.Pidò e successivamente a Roma, Bilao, Santiago del Cile, Firenze.

Canta i ruoli di Giulietta ne Les Contes d’Hoffmann  al San Carlo, Charlotte in Werther a Bologna; Dido and Æneas, ruolo titolo a Firenze e Verona, Ruggero in Alcina a Madrid; Rosina ne Il Barbiere di Siviglia a Venezia. Di Mozart canta Sesto in La Clemenza di Tito a Renne e Idamante in Idomeneo ed in varie la trilogia interpretando Cherubino e Dorabella e di recente Donna Elvira a Liége diretta da C.Rousset, Di Donizetti è stata Smeton in Anna Bolena a Bergamo, Palermo e Tokio, di seguito Giovanna Seymour in Anna Bolena ed Elisabetta in Maria Stuarda a Bergamo accanto a Mariella Devia. Di Monteverdi è Ottavia ne L’Incoronazione di Poppea al Colón, di Buenos Aires, Musica e La Messaggera in Orfeo a Losanna per citarne alcuni.  

Di Bellini ha interpretato i ruoli di Agnese del Maino in Beatrice di Tenda, Adalgisa in Norma a Liegi e Nelly in Adelson e Salvini a Catania. Di recente  ha cantato Lola in Cavalleria rusticana di Mascagni a Bruxelles; Serse di Handel nel ruolo del titolo a Barcellona, Maddalena in Rigoletto ad Aix-en-Provence diretta da Robert Carsen. 

Si è esibita nello Stabat Mater di Rossini in  Sala Nervi in presenza del Santo Padre Benedetto XVI e nel Magnificat di Bach al Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano. 

Debutta accanto a Cecilia Bartoli nel Turco in Italia al Teatro Royal di Montecarlo ed allo Staatsoper di Vienna. Nel 2023 canta Rosina nel Barbiere di Siviglia di Rossini ad inaugurazione di stagione del Teatro Regio di Torino; successivamente è Ottavia nella nuova produzione di incoronazione di Poppea di Pier Luigi Pizzi al Festival Monteverdi, debutta all’Arena di Verona e nel ruolo di Fenena nel Nabucco di Verdi diretta da Daniel Oren. Di recente è uscito il suo primo album solista All’amore immenso per Glossa, premiato con 5 stelle dalla rivista Musica. È docente della classe di Canto Rinascimentale e Barocco al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli. Tra gli appuntamenti della prossima stagione citiamo il debutto all’Opera di Zurigo nel duplice ruolo di Musica e Messagera in una nuova produzione dell’Orfeo di Monteverdi diretta da O. Dantone.


Bellini per cominciare…e un po’ di Pacini

Insolito accostamento, per cominciare questo BIC 2023, con un gala lirico-sinfonico che per la prima volta (se non andiamo errati) vede in locandina Vincenzo Bellini insieme all’altro operista nato a Catania (sia pure per caso), Giovanni Pacini, anche se con un solo brano, la Sinfonia del Falegname di Livonia (composta nel 1919 sempre per la Scala). Certo, non c’è partita fra i due; a fronte della riconosciuta grandezza internazionale del primo, la pur frenetica attività di Pacini rischia di scomparire insieme alle sue oltre novanta opere rappresentate in vita (e spesso con enorme successo). Impietoso ed eccessivo giudizio storico!

Quando la musica di Bellini esplose in tutto il suo fulgore con empiti romantici mai uditi era il 1827. La Scala di Milano assistette al trionfo del suo Pirata con il ‘nuovo’ tipo tenorile di Gualtiero, prototipo di una vocalità impervia e passionale mai udita (l’ascolteremo anche stasera). Pacini era allora già all’apice della sua fama ma fu il primo a capire che presto sarebbe declinata travolta dal talento di questo nuovo catanese venuto dal sud!

E pensare che proprio Pacini si attribuiva il merito di aver introdotto Bellini alla Scala scrivendo nella sua autobiografia “Le mie memorie artistiche”: «Io proposi a Barbaia, e di ciò me ne faccio vanto, di fare accettare come maestro d’obbligo al teatro della Scala il mio celebre concittadino, il quale compose poi di fatto per quelle illustri scene nella stagione d’autunno il Pirata, che ebbe successo, come ognun sa, di pieno fanatismo, malgrado che il mio Ultimo giorno di Pompei, dato per primo spettacolo della stagione, avesse talmente incontrato da obbligare l’impresa a rimandare ogni sera indietro una quantità di accorrenti al teatro».

Bellini rimane così, di fatto, l’unico Cigno catanese ed il gala inaugurale delle celebrazioni non poteva che aprire la festa nel suo nome con una prima carrellata contenente pagine che ne accompagnano l’intera parabola artistica, breve quanto intensa ed immortale. A partire dall’Adelson e Salvini, saggio finale scritto per il Conservatorio di Napoli nel 1825, la cui aria di Nelly ‘Dopo l’oscuro nembo’ venne riutilizzata con alcune varianti, quale aria di Giulietta ‘Oh quante volte’ ne I Capuleti e i Montecchi nel 1830. 

Attraverso La sonnambula, I Capuleti e i Montecchi,  Beatrice di Tenda e Norma si giunge alle soglie della morte con gli estremi Puritani parigini del 1835.

Le arie e i duetti proposti mettono in luce le particolari difficoltà vocali che la musica del Cigno richiede, oltre alla sua immaginifica melodia “lunga lunga”. Lo strumentale, peraltro, emerge in tutta la sua misurata ricchezza nelle Sinfonie d’opera come pure nella giovanile Sinfonia in mi bemolle maggiore.

Il concerto di questa sera (ma, idealmente aggiungerei l’intera rassegna di quest’anno) è dedicato alla figura del M° Domenico De Meo nel primo anniversario della sua scomparsa. Nessuno più di Lui, che al Cigno catanese ha dedicato con amorevole cura gli studi di un’intera vita, può essere considerato il “Testimonial” ideale dell’arte di Vincenzo Bellini! 

Aldo Mattina